CENNI STORICI
sulle chiese e cappelle di Montà
La vecchia parrocchiale di S. Antonio Abate
Secondo la tradizione,la chiesa era in antico l’oratorio privato del castello e servì pure di parrocchiale del primo nucleo montatese. Tuttavia, poco dopo il 1257, la dignità di parrocchiale passava alla chiesa di S. Michele che sorgeva sul bricco omonimo. Nella seconda metà del 1500 la chiesa di S. Antonio Abate fu fatta ricostruire dalla comunità e dai Malabaila in forme tardoromaniche. Qui di seguito riportiamo le date significative del suo sviluppo.
1649-1650
Su incarico del conte Carlo Isnardi, i mastri da muro Marco Poncino e Carlo Francesco Finale lavorano a pilastri, capitelli e archi, con apertura di cinque finestre più ampie a mezzanotte e chiusura di quelle a feritoia, lasciando però il tutto rustico.
1761
L’arredamento della chiesa viene completato dal falegname Antonio Taliano.
1795
Il pittore comasco Bernardino Barelli dipinge il coro. Alle pitture del presbiterio lavora Giuseppe Palladino, mentre il pittore “Raposo” ( Vittorio Amedeo Rapous ) dipinge il quadro di S. Antonio, la Via Crucis e i quindici Misteri del Rosario per l’altare omonimo.
1798
Si colloca la balaustra di marmo, opera del marmorista Bernanrdo Fossati di Racconigi, con l’artistico cancelletto realizzato, sempre a Racconigi, dal fabbro Renato Ferrara.
1804
Viene costruito il pulpito, opera dello stuccatore Carlo Piazza.
1806
La chiesa è consacrata dal vescovo di Asti, mons. Pietro Giuseppe Arborio Gattinara.
1810
Inizia la ricostruzione della facciata, con antistante portico sul quale viene ricavata l’abitazione del sacrestano.
1814
Si concludono i lavori per la facciata e viene realizzato il piccolo campanile annesso al coro.
1818
Nelle nicchie in facciata vengono collocate due statue, opere di Carlo Carretto.
1877
La decorazione interna della chiesa (ornati e pitture) viene ripresa e completata dai fratelli Domenico, Carlo e Placido Mossello di Montà. Le indorature sono eseguite dallo stuccatore Stefano Aloi, montatese di origine, con bottega a Torino.
1882
Viene messo in opera l’organo da parte della ditta Vittino di Centallo.
1897
Il vescovo di Alba, mons. Giuseppe Francesco Re, consacra il nuovo altare maggiore, in marmo, in sostituzione del vecchio altare in stucco.
1898
Il pittore torinese Luigi Morgari dipinge la grande pala dedicata al Sacro Cuore di Maria sopra l’altare omonimo.
1902
Il nuovo secolo inizia portando alla chiesa un impianto di illuminazione ad acetilene. Il parroco don Giovanni Mosca annota: “Le fiamme dell’acetilene sono sette: una in sacrestia, una nel coro, due in chiesa, due in tribuna dell’orchestra, una fuori dalla chiesa, per rischiarare la via, per quanto possibile, quando le funzioni del mattino sono fatte per tempissimo e il tempo è molto scuro”.
1905
Vengono terminati i lavori di ripristino delle decorazioni della navata centrale, ad opera del pittore Costantino Mossello di Montà, mentre l’indoratura di tutti i candelabri e l’apparato dell’altare maggiore viene assegnata agli indoratori Arduino e Rossi di Torino.
1915
Vengono eseguiti lavori di restauro alla facciata.
1928
Viene collocato il nuovo organo costruito dalla ditta milanese Edoardo Rossi. Le casse vengono ampliate su progetto dell’architetto Paolo Musso. Il collaudo avviene con grandi concerti dei maestri Pachner, Surbone e Varaldi.
1929
Viene sostituito il vecchio crocefisso sovrastante l’altare maggiore con l’attuale, la cui provenienza merita di essere conosciuta. Racconta il parroco don Michele Giberti: “Durante la grande guerra europea, il Dott. Enrico Pachner, figlio del nostro Egr. Prof. Pachner, trovandosi con il suo Ospedale da Campo in un paesello austriaco, portò il suo Ospedale in una Chiesa tutta rotta per il bombardamento e che già era stata adibita a cucina. Vi trovò un Cristo che campeggiava sull’Altare, tutto affumicato. Mosso da pietà cristiana, tolse quella croce e vi distaccò il Cristo, avendolo trovato di stupenda fattura. Per metterlo al sicuro, lo spedì a Torino. Là venne visitato, dopo un’accurata pulizia, alla scuola superiore di anatomia e venne trovato anatomicamente perfetto. Lo portò quindi a Montà, ordinò la croce e l’antico Cristo (pare che sia del ‘500) è quello che si trova sull’altare maggiore”.
1930
Viene restaurata la cappella del S. Cuore di Maria ad opera del pittore Bracco di Canale (successivamente dedicata al S. Cuore di Gesù). Viene rifatto il pavimento delle navate laterali e sostituita la campana del campaniletto annesso al coro.
1961
Vengono eseguiti importanti lavori di consolidamento strutturale e di restauro. Alle decorazioni e alle figure lavora il decoratore pittore Adolfo Cagnasso, che tra l’altro rimette in luce la preziosa tela di S. Antonio nell’abside.
1971
Il titolo parrocchiale viene trasferito alla nuova chiesa di Maria Immacolata progettata dagli architetti Ugo e Oreste Dellapiana.
1990
Viene restaurata la facciata della chiesa. I lavori, diretti dall’architetto Francesco Bevione e autorizzati dalla competente Soprintendenza, sono eseguiti dall’ impresa Taliano e dai decoratori Massimo Ferraresi e Pino D’Andrea. Viene restaurato anche l’organo, a cura della bottega organara Alessandro Girotto di Faraone (TE).
Nota
Fino al 1817 la nostra Parrocchia (come tutto il territorio del Roero) appartenne alla Diocesi di Asti. Ne fu staccata in seguito alla ristrutturazione delle diocesi, voluta da papa Pio VII.